caso rossi

Giandavide De Pau, accusato di triplice femminicidio, cerca di passare per pazzo e sfrutta la notorietà del caso Rossi

E’ un tipo particolare Giandavide De Pau, accusato di aver ucciso a Roma le escort Li Yanrong, Yang Yun Xiu e Martha Lucia Torres Castano e di aver aggredito, lo scorso giugno sempre nella capitale, una ragazza brasiliana di 21 anni, costringendola a scappare nuda in strada.

Domani si apre il processo contro di lui su fatti di cui dice di non ricordare nulla. “Non ricorda i fatti ma ricorda benissimo il contorno, se gli chiedono che tempo fa oggi risponde quanti anni ha, e ripete di continuo che tanto lui è pazzo” raccontano i penalisti Angela Russo Speranza ed Emilio Malaspina che assistono i familiari di una delle ragazze uccise.

Si dichiara pazzo, ma vuole essere preso sul serio quando dichiara di essere stato lui ad uccidere David Rossi, il responsabile della comunicazione di Banca Mps. Si è autoaccusato ma è lo stesso suo avvocato, Alessandro De Federicis, che chiede di accertare le precarie condizioni psichiche del suo assistito ascoltando due persone, un commissario della polizia di Stato e di un vice ispettore che “in qualità di ufficiali di polizia giudiziaria – si legge negli atti – acquisivano le spontanee dichiarazioni presso il carcere di Regina Coeli del De Pau in ordine al proprio coinvolgimento nell’omicidio David Rossi”.

De Pau ha detto di essere stato ascoltato per sei volte dalla polizia toscana: una pazzia, secondo il suo avvocato.

Ed in effetti una confessione che sembra avere tutte le caratteristiche di un vaneggiamento fatto a bella posta per spostare l’attenzione dal reato di triplice femminicidio a piste fantasiose ma alla ribalta nazionale, sperando in un po’ di pubblicità e nell’infermità come lasciapassare.