“Dov’è Lucky?”. Per un attimo Paolo Cognetti perde il suo cane tra i tavoli, al chiuso, del rifugio Pranzo di Babette, ad Estoul in Valle d’Aosta. L’autore de Le Otto montagne è reclamato da tutti. Barbara, la proprietaria del rifugio, che l’ha accolto in cucina a lavorare tanti anni fa, quando Cognetti si ritirò da Milano nella sua baita alpina, e lo Strega era ancora un amaro dolciastro giallo paglierino, se lo abbraccia e se lo coccola come fosse un figlio. Un gruppo di ragazzi e ragazze bergamasche, che organizza un festival, pende dalle sue labbra e nella loro tavolata gli lasciano un ampio spazio immaginario tra le sedie per averlo sempre un attimo in più tra loro a scambiare quattro chiacchiere. Irrequieto, pensieroso, lo sguardo che spesso attraversa le finestre del rifugio come fossero invisibili, Cognetti per una volta ha dismesso i panni del romanziere (anche se il nuovo libro è già pronto per ottobre 2021) e si è dedicato a scrivere una prefazione ad una graphic novel francese. Un gioiello editoriale di rara bellezza