sabato 31 agosto 2013

Corriere di Siena: LA FIERA DEL CACIO A PIENZA

PIENZA. Domenica la sfida in Piazza Pio II rinnova una antica tradizione ludica legata alla produzione del pecorino nelle Crete della Valdorcia, una tradizione nata nel 'podere' nella famiglia mezzadrile prima produttrice del 'cacio'. E' stato solo negli anni Sessanta che il testimone portato per secoli dai mezzadri è stato passato ai pastori sardi  emigrati in 'continente'. I contadini toscani possedevano poche pecore da carne e miravano a ricavare reddito dagli agnelli. Il surplus di latte serviva ad una piccola produzione familiare, fatta in cucina col paiolo e i vassi di terracotta. Una parte di questo veniva commercializzato e finiva anche molto lontano. La ditta Morini di Pienza lo esportava a Filadelfia prima della  seconda guerra mondiale e il suo magazzino di Pienza rimase sotto le macerie insieme ai 23 cittadini morti dopo il bombardamento della città operato dagli aerei inglesi che distrussero Porta Al Murello e il quartiere di Gozzante. Il cacio di Pienza era presente anche all'Expo di Parigi del 1890 ed era conosciuto in tutta italia. Amato dai cardinali di Pio II, è spesso ricordato nei loro epistolari come una delle attrattive della valle. Il 'promtor' umanista di Pienza, il cardinale Iacopo Ammannati, lo raccomanda agli amici romani che invita nel suo palazzo pientino. L'ammannati inventò l'ospitalità e il 'turismo' valdorciano' affiitando i palazzi rimasati vuoti dopo la morte di Pio. E' lui il vero operatore che trasforma Pienza in una sede ideale  per l' 'otium' degli umanisti romani in fuga dalle pestilenze e dallo stress della Città Eterna. Il cardinale Cusano, filosofo e astronomo di Pio II riporta il gioco del Cacio al Fuso nel DE ludo Globi, la sua opera di astronomia, per spiegare la sua teoria eliocentrica. Il cacio di Pienza insomma, non solo un prodotto gastronomico ma qualcosa di più: 'cacio & filosofia' si potrebbe intitolare questa lunga storia non priva di un suo fascino e di una sua vicenda particolare. oggi le contrade di Pienza, piccoli quartieri antichi si sfidano nel gioco dei loro nonni, null di inventato, tutto è parte del Dna della città di PIo II, una sua tradizione mai perduta.
F.P.


 

2 commenti:

grazie ha detto...

Meno male che qualcuno scrive sempre.

Anonimo ha detto...

Bbbbbuono!!!