domenica 16 marzo 2014

Evasori segreti

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Ior, oltre mille sospetti evasori. Ma la lista non arriva alla Banca d’Italia

Centinaia e centinaia di milioni di euro rimangono coperti dal segreto. In questi giorni l'istituto vaticano sta restituendo i depositi ai correntisti: estero su estero (anche in "paradisi fiscali"). Porte in faccia alle richieste di informazioni del nostro ufficio antiriciclaggio

Vaticano
Un investigatore sotto garanzia di anonimato la definisce così: “Una delle più grandi operazioni di ripulitura del denaro nero”. Centinaia di milioni di euro depositati sui conti dell’Istituto Opere Religiose Ior stanno uscendo in queste ore verso paesi esteri, anche a bassa fiscalità e con scarsa trasparenza come la Svizzera, senza che il Vaticano comunichi all’Italia i nomi dei correntisti (potenziali evasori se non peggio) né la destinazione. Lo Ior sta ripulendo la sua clientela intimando a 1250 correntisti di lasciare la banca vaticana con una lettera di recesso unilaterale. Il vento di pulizia di Papa Bergoglio però si ferma alle mura leonine. Il Vaticano non ha intenzione di comunicare alle Dogane italiane i nomi degli ex correntisti che escono da Porta Sant’Anna con una valigia piena di banconote né hanno intenzione di comunicare dove finiscono i bonifici all’esterodel saldo. Così i flussi in partenza dal conto Ior alla Jp Morgan di Francoforte (dove Ior ha trasferito la tesoreria da qualche anno) a un ipotetico paradiso fiscale, restano invisibili ai radar di Uif e Procura. Mentre i giornali strombazzano il nuovo corso dello Ior, il Vaticano pone una pietra tombale sui depositi accumulati nei decenni passati Oltretevere a un anno dall’elezione di Papa Francesco, e probabilmente all’insaputa del Pontefice

1 commento:

Anonimo ha detto...

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