Dicono che staranno all’opposizione, perché è lì che li hanno voluti gli italiani. Che i “5 stelle hanno già deciso” e “che non intendono incontrarli prima di aver parlato con Sergio Mattarella”. Di sicuro per il momento c’è solo che il Partito democratico è spaccato su due fronti: chi vuole l’Aventino e chi invece, lontano dai riflettori, cerca i contatti con i grillini e valuta l’opzione del dialogo. L’ultimo segno di rottura è di oggi: Dario Franceschini, dato dal giorno dopo il voto come uno della corrente dialogante, ha chiesto che i gruppi di Camera e Senato si riuniscano prima delle consultazioni al Colle (inizio 4 aprile). Lui, insieme al collega Andrea Orlando, chiede che venga ridiscussa la linea dell’opposizione a tutti i costi. Il segretario reggente Maurizio Martina ha cercato una mediazione, rimandando tutto a dopo la salita al Quirinale. Matteo Renzi, dalla sua enews, è intervenuto a gamba tesa: “La situazione politica è chiara, il Pd starà all’opposizione”. Ma a fare arrabbiare la corrente renziana oggi è stato anche l’editoriale di Massimo Franco sul Corriere delle Sera che, parlando delle polemiche Pd per la mancata assegnazione della poltrona di questore al Senato, ha scritto: “Chi a sinistra cercava un’intesa con i 5 stelle si ritrova spiazzato. Ma si rischia di fare il gioco degli avversari”. E anche: “Fare opposizione con gli stessi che hanno gestito disastrosamente il governo è una garanzia per perdere di nuovo”. Tanto è bastato per scatenare i renziani: “Addolora che il Corriere, giornale che ha pagato prezzi altissimi alla difesa della libertà, si schieri con chi travolge persino l’ABC delle garanzie parlamentari“, ha detto il deputato Andrea Romano