Ci sarà un nuovo governo e dobbiamo volere, tutti, il meglio per l’Italia. Non era lo scenario che speravo: se lavoreranno per gli ultimi sarà un bene. Ma se adotteranno – come la Lega ha qualche volta lasciato intendere – politiche razziste, xenofobe e antieuropeiste, li combatteremo. Perché quello che si appresta a nascere – ad eccezione del reddito di cittadinanza – ha in sé tutti gli elementi di un governo di destra socio-securitario. Sarà un’opposizione seria se toglierà dal tavolo i pregiudizi e se, per una volta, smetterà di ridicolizzare: l’opposizione va fatta sui provvedimenti.
Da questa parte di campo, abbiamo una casa da costruire e soprattutto dovremmo imparare dagli errori commessi. Ad esempio viene criticata la virata antieuropeista, legittimo. Ma noi eravamo quelli che toglievano le bandiere europee al referendum. Allora, credo in primis dovremmo sgomberare il tavolo dalle ambiguità. Che il nostro popolo non ci ha perdonato. E quando lo guardo e lo ascolto avverto il disagio di rappresentare un partito che ha perso la bandiera della speranza: abbiamo la responsabilità di aver ridotto questa comunità ad amministrare interessi particolari. Senza arretrare, facciamoci carico di chi lì fuori è in rivolta con un progetto da fondare: quel Pd che Romano Prodi e Walter Veltroni hanno immaginato e che non è mai nato. In tanti lo vogliono e lo aspettano ancora