martedì 26 febbraio 2019

Il 9 giugno si corre l'edizione XX° della Fondo Primo Volpi. La festa del ventennale di una corsa ciclistica storica, ormai la più antica. In questi 20 anni la Valdorcia è divenuta terra di cilclisti, un vettore di sviluppo che crea nuove risorse e nuove professioni.


La Carriera del Campione d'Europa.

Primo di nove fratelli (sei maschi e tre femmine),[1] iniziò a fare ciclismo nel 1933-1934 tra gli allievi insieme al cugino Arturo correndo nella squadra della Mens Sana di Siena;[1] nel 1935 i due passarono poi alla Anelio Tempora di Bettolle.[1] Dopo il ritiro dall'attività del cugino a causa di un incidente, passo prima nella categoria dilettanti e poi in quella indipendenti (nel 1938).[1]
Passò professionista nel 1938 insieme a Fausto Coppi nella squadra di Gino Bartali, anche se l'anno del vero debutto tra i professionisti fu il 1940 con la Legnano, quando corse il suo primo Giro d'Italia terminando al ventunesimo posto della classifica generale e vincendo una tappa ad Arezzo; sempre alla Corsa Rosa fu decimo nel 1946. Nel 1948, dopo avere corso un grande Giro, chiuso al quinto posto,[1] fu convocato da Alfredo Binda, allora Commissario Tecnico della nazionale italiana di ciclismo, per il Tour de France vinto dall'amico e capitano di squadra Gino Bartali, "salvatore della patria" dopo l'attentato a Palmiro Togliatti.
Nel 1950 partecipò al Giro dell'Africa del Nord vincendo una tappa, la classifica scalatori e piazzandosi quinto.[1] Nello stesso anno fu secondo al Giro della Toscana, raggiunto e superato sotto lo striscione del traguardo dal conterraneo Bartali, e al Giro del Belgio per indipendenti.[1] L'anno seguente si aggiudicò il Gran Premio di Pontremoli, ultima tappa del Trofeo dell'Unione Velocipedistica Italiana, la Volta a Catalunya, che vinse dopo aver tenuto la maglia oro di leader della generale per dodici tappe, e il Giro della Sicilia.[1] Nel 1952 si impose quindi nella Coppa Bernocchi e nella prima edizione della Coppa Sabatini a Peccioli, trionfo quest'ultimo bissato nel 1953.
Trionfò nel Giro d'Europa del 1954, dove vinse anche una tappa grazie alle sue capacità atletiche e tattiche, e nella stessa stagione si aggiudicò una frazione al Giro di Svizzera. Ottenne la sua prima vittoria in volata nel 1956, a quasi 40 anni, nella tappa di Oviedo del Giro delle Asturie, battendo il forte Charly Gaul.
È stato definito "un demonio infilato in un tubolare di ricambio", "vecchione n. 2"[1] (il "vecchione n. 1" era l'appellativo riservato a Gino Bartali) e "il Bartali degli indipendenti".[1] Ritiratosi dall'attività nel 1957, fino al 1959 allenò i giovani dilettanti della "China Gambacciani" di Empoli, dove si era trasferito da San Quirico d'Orcia. Nel 1960 passò ad allenare la squadra del Brooklin-Rilsan riscuotendo notevoli successi.
Dopo il ritiro dal mondo del ciclismo, fino all'età di 80 anni Volpi continuò ad inforcare la bicicletta e macinare quotidianamente decine e decine di chilometri. È deceduto ad Empoli il 27 novembre 2006, all'età di novant'anni. A San Quirico d'Orcia viene organizzata dal 2002 una Gran Fondo di ciclismo a lui intitolata. (Le edizioni 1999-2001  si chiamavano Granfondo della Valdorcia ).


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