Nessuno benedice la sede del Pd, ci pensa il politico. Che poi aggiunge: “Ma non finisce qui”. Anche perché a stretto giro gli arriva la scomunica. Viterbo, città natale e terra d’elezione (dal lontano ’96) del deputato ed ex ministro Giuseppe Fioroni. Alle 13 di sabato viene inaugurata la nuova sede cittadina del Partito democratico. C’è una piccola cerimonia con i dirigenti locali in via Luigi Galvani. Tutti aspettano il parroco, ma il parroco non arriva perché si rifiuta di accorrere a benedire il locale ottemperando in questo una precisa disposizione del vescovo cittadino. Lino Fumagalli ha infatti vietato la benedizione in tutte le sedi di partito e nelle occasioni pubbliche in genere, limitando la funzione a quelle private. Nessuno ha protestato prima, ma a Fioroni – ultracattolico, ex sindaco di Viterbo, ex ministro e già membro della Camera da 21 anni – proprio non va giù. Tanto che si lancia in una durissima reprimenda contro il vescovo, scomodando crocefissi a scuola e  Papa Francesco e alla fine provvede di persona, non senza un minaccioso “facciamo noi, ma non finisce qui”. E infatti non finisce: perché la Curia replica in serata alla “strumentalizzazione” che muove da parole “provocatorie e irrispettose”