giovedì 30 novembre 2017

(tratto da OK Siena) Fiorenzani e i festini senesi

da OK Siena

CASO DAVID ROSSI: INTERROGATO PIER PAOLO FIORENZANI

News inserita il 25-11-2017

L'azionista Mps è stato sentito nell'ambito dell'inchiesta della procura di Genova

Pier Paolo Fiorenzani, azionista Mps che è stato interrogato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Genova aperta in seguito delle dichiarazioni dell'ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, ha dichiarato che i festini cui si faceva riferimento, erano delle voci che circolavano in città su cui non c'è niente di preciso. L'ex sindaco di Siena aveva rilasciato delle dichiarazioni a Le Iene sulla morte di David Rossi, non sapendo di essere ripreso. Aveva detto alle telecamere di essere a conoscenza di festini a cui avevano preso parte politici e magistrati. Dopo tali dichiarazioni, Piccini è indagato per abuso d'ufficio presso la procura di Genova. La morte di David Rossi, che morì cadendo da una finestra della banca senese il 6 marzo 2013, fu definita un suicidio. La famiglia di Rossi non si è mai data per vinta rifiutando l'ipotesi del suicidio. Durante l'interrogatorio Fiorenzani ha dichiarato che di festini si parlò dopo la morte di David Rossi, durante un'assemblea dei soci nel luglio 2013, riferito a un "manipolo di depravati che si era preso la banca"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto regolare,speriamo gli tocchi anche in casa sua "chella" fine!!!sode!!!senza pietà!!!

Salvate i...Boschi!!! Salvate i Paschi.. ha detto...

La “vera responsabilità” del fallimento di Banca Etruria? Tutta di Banca d’Italia, non solo in termini di vigilanza ma “per un suo ruolo financo eccessivo” nella gestione della crisi dell’istituto. “Sciocchezze”, invece, le discussioni le colpe dell’ex vicepresidente Pierluigi Boschi. Come attestato del resto dal procuratore della Repubblica di Arezzo Roberto Rossi, fino a dicembre 2015 consulente per gli affari giuridici del governo Renzi. Che ha escluso che Boschi senior abbia partecipato alle riunioni durante le quali furono deliberati finanziamenti finiti poi in sofferenza configurando il reato di bancarotta. Nella commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario va in scena, come da programmi del Pd, la difesa del Giglio magico attraverso l’attribuzione di tutte le colpe del crac aretino al capro espiatorio individuato in ottobre da Matteo Renzi: Ignazio Visco e la sua via Nazionale. “Quello che sta uscendo ha dell’incredibile, dell’inenarrabile, emerge che Bankitalia non ha vigilato per nulla”, fanno filtrare dal Nazareno.