“Qualche settimana fa siamo tornati a casa e Nathan, il nostro Labrador di due anni, andava e veniva continuamente nella direzione di un ruscello. Lì aveva trovato un cinghialetto appena nato, con tanto di cordone ombelicale, rimasto senza la madre quella mattina a seguito a una battuta di caccia”. Così Gaudenzio e Claudia, agricoltori di una frazione di Garbagna, piccolo borgo in provincia di Alessandria, raccontano l’inizio di un’insolita storia di amicizia tra un cane e un piccolo cinghiale, che gironzolano per il paese uno dietro l’altro tra gli sguardi increduli dei vicini. “Ma vivendo in campagna da sempre, non è la prima volta che ci capita. Fino a che hanno bisogno di un aiuto, qualcosa da mangiare e un posto caldo e sicuro, gli apriamo le porte di casa. Ma rispettiamo la natura selvatica di questi animali, e appena diventano un po’ più grandi seguiranno il loro istinto e giustamente torneranno nel bosco. L’unico timore è che, stando così tanto tempo insieme a noi, acquisirà confidenza con gli uomini, e oggi ci sono cacciatori a cui piace “vincere facile…”. Nessuna intenzione di addomesticare un cinghiale quindi, ma solo la pazienza di svezzare un cucciolo che per ora passa le giornate rotolandosi sul prato insieme a Nathan, che l’ha trovato e da quaranta giorni non si separa da lui, per poi tornare a riposare nella stessa cuccia. “All’alba vengono con me sui campi – racconta Gaudenzio – mi fanno una grande compagnia mentre lavoro, anche se certamente, in primavera, Chicco cercherà di mangiare tutto quello che abbiamo piantato. Se per tenere lontani i cinghiali dai campi – aggiunge l’agricoltore – è sufficiente un recinto elettrificato, il vero problema qui sono i caprioli, che saltando le reti e mangiano tutto ciò che trovano