giovedì 23 aprile 2020

L' Industria

Si parla molto di necessità di ripresa in Italia dell' 'Industria', ma non si dice che questo importante settore della nostra economia in gran parte non si è mai fermata. Si parla poco, in proporzione alla sua importanza in Italia' di  un'altra vera grande 'industria' del Belpaese che si è fermata del tutto : il binomio Turismo e Cultura, binomio di cui non possiamo fare assolutamente a meno. Di questo in Italia si parla poco, ma si sa e non si dice, che questo settore sarà il vero 'dramma' del prossimo futuro. Poichè, fondandosi questa nostra 'industria' soprattutto  su due elementi irrinunciabili, la 'mobilità' e la 'socialità', è facile immaginare che essa sarà penalizzata dal 'morbo' molto più di altre. Noi che abitiamo a Pienza, ci siamo  resi conto perfettamente in questo lungo periodo che una piccola comunità come la nostra, che vive di 'economia dello spettacolo' in ogni suo aspetto', va incontro ad una crisi molto seria. Una piccola città nata e fondata sul tema dell' Umanesimo, cioè della umana socialità e dell' 'incontro', nel tempo del  'distanziamento', va incontro al suo 'opposto'. Facile immaginare le conseguenze per le città d'arte italiane in questo anno disgraziato. In questo periodo di costrizioni abbiamo scoperto una Pienza fantasma, un luogo metafisico bellissimo, ma disabitato, morto. Qualcosa che non avevamo mai visto. Ci dicono che neppure in tempo di guerra era così, quando nascostamente ci si riuniva per 'resistere' e combattere e non si stava a cantare soli in terrazza o sul divano. Ora noi pensiamo che in Italia questo tipo di 'industria' sia stata fino ad oggi troppo ignorata da un esecutivo che ha pur fatto tanti de-cretini e non solo, ma ha avuto poche idee e poco ha  considerato la crisi dell' industria culturale e turistica : è la prima industria italiana, se la consideriamo dalle Dolomiti alla Sicilia. Una industria che non ripartirà quest'anno, nel nostro paese, se non in minima parte. Dunque in tempo di ricerca di finanziamenti e di fondi siamo di fronte ad una inquietante mancanza di attenzione all'unica risorsa sicura, rinnovabile e pulita che abbiamo: le bellezze italiane. Attenzione a non farsi troppo del male, pensando di farci solo del bene.

1 commento:

Antonio Mammana ha detto...

Caro Fabio, grazie per la tua riflessione che condivido totalmente. Mi chiedo però, sperando di non essere il solo, se questa fermata obbligatoria non è anche una bella opportunità per rivedere tutti insieme il comune destino di Pienza. Lo "sfruttamento" del nostro pozzo di petrolio (il paesaggio, il duomo, il bel mangiare…) in pochi decenni ha trasformato la nostra identità umana ed ed è bastato un virus microscopico per mettere a nudo tante paure e fragilità.
Permettimi di mettere in evidenza due spunti per la riflessione: abbiamo trascurato il problema demografico. Tra non molti anni, se continua l'attuale trend delle nascite, Pienza potrebbe diventare una cittadina fantasma ancora più desolante: case vuote, pluriclassi, anziani soli. Da dove arriveranno le nuove famiglie con gli eventuali nuovi pientini se la tendenza della maggioranza dei giovani a emigrare, specialmente quelli con titoli universitari non trova un lavoro adeguato?
L'economia locale commerciale è sempre più orientata per i turisti a scapito dei negozi per gli abitanti con disagi che è superfluo elenacate. E' evidente che abitare a Pienza sarà sempre più un "privilegio"per persone con il reddito alto e sicuro. Faccio solo questi due esempi per suscitare un piccolo e costruttivo dibattito. Il Covid, per questi aspetti, può aiutarci a guardare il futuro con occhi nuovi e a "unirci" veramente per il bene, quello vero, di tutti. Un caro saluto.