domenica 19 agosto 2018

( di Loretta Napoleoni sul Fatto ) Una catastrofe da terzo mondo, di una democrazia da sempre in vendita...

Il crollo del ponte Morandi a Genova è una catastrofe da terzo mondo, impensabile nella terza economia di Eurolandia o in una nazione che far parte del G7. Eppure è successo. Quei cadaveri seppelliti sotto le macerie di un ponte che doveva essere antisismico, ma guarda caso non lo era, che avrebbe dovuto essere ricostruito, ma non è stato fatto e così via, confermano ciò che da decenni ci rifiutiamo di sentire: che il nostro è un Paese corrotto, mal governato, impoverito da una classe dirigente che ne ha fagocitato la ricchezza, una nazione dove le diseguaglianze sono la regola e dove tutto, ma proprio tutto, anche la democrazia è in vendita per chi ha i soldi per acquistarla.
Ponte Morandi, l'abbraccio del capo dello Stato ai parenti delle vittime
L’incipit della tragedia risale al 1992 quando politici e poteri forti iniziano a tessere la favola del benessere sullo sfondo dell’implosione della lira che non regge la banda di oscillazione dello Sme, e della minaccia della mafia che fa fuori Giovanni FalconePaolo Borsellino. Stiamo calmi, è il messaggio che arriva dai vertici del potere, esiste una soluzione e si chiama euro. In altre parole la moneta unica viene venduta ai cittadini come il biglietto d’ingresso al club delle nazioni ricche del Nord Europa, come se bastasse quella monetina a rilanciare l’economia, sconfiggere la mafia e fare dell’Italia un Paese ricco e solido. Grazie al tam-tam della stampa e alla propaganda della casta questa certezza assurda, specialmente alla luce del fiasco del serpente monetario, si fa strada nel subconscio della maggior parte degli italiani e ci rimane fino alla crisi del debito sovrano degli anni 2011 -2012.

Vale la pena ricordare che l’Italia non fu l’unica nazione a essere travolta dallo Sme nel 1992, anche il Regno Unito fu costretto a uscirne con disastrose conseguenze monetarie. La risposta del Parlamento britannico, però, fu diametralmente opposta a quella italiana. John Major, l’allora primo ministro britannico, fece inserire nel Trattato di Maastricht la famosa opt-out clause, la clausola di non adesione all’euro, norma che ha poi usato per tenersi a una distanza di sicurezza da Eurolandia, condizione che ha permesso al Regno Unito nel 2016 di votare a favore della Brexit.
Nel febbraio 1992, il governo Andreotti firmava il Trattato di Maastricht e rinunciava alla sovranità monetaria nazionale che veniva trasferita alla Banca centrale europea grazie all’articolo 105. Che recita: “La Bce ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno della Comunità, quelle emesse dalla Bce e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche, con l’approvazione delle Bce per quanto riguarda il volume del conio Lo Stato si trova dunque in una posizione di subordinazione rispetto alla Bce, che è un’istituzione privata dato che i suoi soci sono banche e istituti di credito privati, le banche centrali dei vari Paesi d’Europa. Ma gli italiani questo non lo sanno, credono che la Bce sia una garanzia migliore della Banca d’Italia, che farne parte vuol dire essere una nazione ricca. Ma non è così.
All’inizio dell’estate del 1992 la tensione monetaria sul mercato dei cambi si acuisce e l’Italia viene presa d’assalto dagli speculatori, tra cui George Soros. Il governo ha le mani legate in termini di manovre monetarie a causa del Trattato di Maastricht. Una delle alternative è privatizzare ciò che rimane del patrimonionazionale, vendere insomma i gioielli di famiglia tra cui la fitta rete autostradale, di cui il ponte Morandi fa parte

5 commenti:

Mortadella News ha detto...

così ci ha truffato il potere demofasciocomunista mettendoci in mano a finanza privata fatta da delinquenti ma voi poverini credete ancora a babbo natale al partito ai sogni...e ogni giorno siete sempre più poveri.......quando ve ne accorgerete sarà tardi!!!!

Anonimo ha detto...

viva l'Italexit abbasso l'eurofascio !!

VERITAS ha detto...

E' una ricostruzione storica folle e fallace. Fu l'attacco speculativo di Soros alla lira e alla sterlina che dopo l'improbabile difesa della lira da parte di Ciampi ci portò alla resa:uscita dallo SME, richiesta di oneroso prestito e conseguente svendita di cospicua parte dell'agro-alimentare facente capo all'IRI. Vedere summit sul panfilo della regina d'Inghilterra e chi vi ci partecipò.

Anonimo ha detto...

Bravo Veritas ma tu sei solo un povero dilettante allo sbaraglio!! La Napoleoni è una ben titolata...sa quello che dice ed ha piena ragione.Punto.

Anonimo ha detto...

Veritas detto 'Mortadellino'